3. La vita nel frattempo
E poi un giorno ho smesso di crederci. E quando smetti di crederci diventa tutto tremendamente complicato. Ovviamente non ricordo quando è stato. Potrebbe essere stato nel 2014, prima ancora che uscisse l’“Arte della Guerra vol. 1". O forse durante il tour di quel disco. Che a pensarci bene, in realtà, stavano succedendo cose molto belle, ed era la prima volta che succedevano. Un video su Mtv, un singolo in rotazione su Radio Rai, un altro singolo che passa su Radio Deejay anche se solo per una manciata di volte.
Eppure era come se in fondo al mio cuore ci fosse un’ombra. Sapevo che in qualche modo non ero pronto e forse non lo sarei mai stato, per quanto avessi sognato fin da ragazzo di raggiungere l’obiettivo di diventare… un cantautore? Un musicista professionista? Una rockstar? In realtà non me lo ricordavo più.
“Molte volte, prima di uno spettacolo, a un passo dal palco, mi sorprendevo a pensare che non stavo tenendo fede alla promessa che avevo fatto a me stesso. Che promessa fosse non lo ricordavo con precisione, ma sapevo che stava da qualche parte nel passato”.
Queste parole non sono mie, ma di Bob Dylan. E mi descrivono alla perfezione. Perché è così facile perdersi che non solo poi è difficile ritrovare la strada, ma pure ricordarsi dove si voleva andare.
La verità è che in quegli anni la vita, quella vera, lontana dai riflettori, lontana dalle canzoni e dalla ricerca della bellezza, la vita mi stava prendendo a schiaffi. Ed erano schiaffi belli grossi che faticavo a parare.
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