9. Gli occhiali da vista
Da qualche anno non vedo più bene da vicino. Così ripenso a mia mamma in cerca degli occhiali. A papà che mugugna e sbuffa mentre sfoglia il Corriere la domenica mattina. Oggi, come loro quaranta anni fa, senza occhiali non vedo più niente. La cosa a tratti mi fa sorridere. Ma solo a tratti, perché in realtà mi dispero. La verità è che vorrei poter leggere e scrivere un messaggio sul telefono senza metterli, ma il mio braccio non è abbastanza lungo. Sono arrivato, come si dice, a fine corsa.
Ho cambiato o perso tredici (sì, 13) paia di occhiali da quando ho cominciato ad averne bisogno. Rotti. Persi in casa, da qualche parte. Persi sotto un cumulo di foglie. Di nuovo rotti. Smarriti sotto l’auto e successivamente frantumati sotto le ruote. E così via, seguendo un copione senza colpi di scena. Compro un nuovo paio, scherzo con la farmacista ventiseienne, “ma sai li perdo subito…”, e vabbè sono 12 euro che vuoi che sia. E intanto siamo già oltre i 150 euro di occhiali. Che prima non mi servivano ma ora sì, eccome se mi servono. Lo schermo del Mac è un’immagine sfocata. Quando sono in studio non distinguo le tracce su Pro Tools. Meno male che in questi anni ho imparato ad assegnare i colori in base alla tipologia degli strumenti.
Provo a guardare il lato positivo: la mia compagna dice che mi stanno bene e che mi danno quell’aria affascinante da mezza età. Come la barba sale e pepe. Ma io non la voglio l’aria affascinante da mezza età. Io vorrei vederci bene e alzarmi dal letto senza mal di schiena.
Una settimana fa è uscito il primo singolo estratto dal mio nuovo disco e si può ascoltare qui: https://bfan.link/addio-sogni-di-gloria
Il disco invece uscirà il 29 marzo SOLO in formato fisico e in download digitale. Il discorso è lungo e per me molto interessante, per questo lo rimando a più avanti. Quindi approfittate del PRE-ORDER (con bundle a prezzi speciali) qui: https://labellascheggia.bigcartel.com/product/giuliano-dottori-la-vita-nel-frattempo