Le cose in sospeso
Il bello di scrivere è che resta sempre qualcosa in sospeso.
Anche quando sembra che ci sia un bel punto, di quelli finali e perentori, ecco che come per magia nasce un nuovo sviluppo.
È il bello e anche il brutto, a pensarci bene.
In tutta onestà non so cosa sia successo dopo “L’Arte della Guerra vol. 2”, che è il mio ultimo disco e uscì nel 2015. Una parte di me era convinta che fosse la fine del mio percorso come cantautore. Tante, forse troppe delusioni. Tanto, forse troppo investimento di tempo e di energia. E soprattutto la consapevolezza che il mondo che in qualche modo avevo contribuito a costruire, con la mia roba, con gli Amor Fou e con molti altri progetti a cui avevo lavorato, aveva preso una piega inaspettata: improvvisamente l’indie era diventato pop e i cantautori dopo anni di magra riempivano i palazzetti. Ma la musica che sentivo in giro era in buona parte più conformista e omologata dei dischi di Francesco Renga: testi da scuola media, temi musicali facilissimi, arrangiamenti ridotti all’osso. Che posto potevo trovare là in mezzo? Non lo sapevo e non lo so nemmeno ora. La musica cambia velocemente, come ha sempre fatto, ma è difficile accettare che cambi così in fretta.
L’altra parte di me però, quella più creativa che ha sempre trovato nello scrivere canzoni uno sfogo vitale e necessario, non se la sentiva di smettere così di colpo. E in effetti le canzoni non mi hanno mai abbandonato. Così le ho scritte e messe da parte. Alcune le ho pubblicate, quattro a essere precisi, fra il 2016 e il 2020. Ma nella maggior parte dei casi le ho accumulate nel telefono. Le ho cestinate e poi riscritte. Provinate e di nuovo cestinate, in un gioco senza fine di momenti di esaltazione alternati a momenti di depressione. Su e giù, up and down. Una storia che conosco troppo bene.
“L’arte della guerra vol. 2” si chiudeva con queste parole:
“È come una magia, se sveli il trucco non c’è più”
E poi un clangore dissonante di ottoni.
Sembrava un punto finale, perentorio, e in cuor mio era così. Poi tre anni fa - quindi il Covid per fortuna non ha nessun ruolo in questa vicenda - decisi di voler credere ancora per un po’ di tempo a questa magia, di volere ancora farmi abbindolare da questo trucco da quattro soldi.
Ho voglia di stupirmi, di sentirmi indifeso, di spogliarmi. Se ti va di seguirmi, su questa newsletter racconterò un po’ di ciò che mi ha portato a questa decisione e sulle piattaforme digitali userò le stesse parole per il formato podcast. Sennò è facile, clicca unsubscribe e grazie lo stesso.
Si comincia settimana prossima, una volta a settimana per dodici settimane, giovedì la newsletter e venerdì il podcast. Poi usciranno i singoli, i video e infine il disco, che si intitola “La vita nel frattempo” ed è ovviamente il mio disco più bello.
Grazie!